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Giovani autori del Salento!

Avete mai avuto la possibilità di leggere un libro di un’autrice giovanissima?

Noi sì, anzi abbiamo anche avuto l’occasione di conoscerla e di porle delle domande. La ragazza di cui parliamo è Angela Maria Mazzeo. È nata nel 1997 ed è cresciuta a Racale, un paesino in provincia di Lecce. È appassionata di arte, spettacolo e letteratura, le piace molto viaggiare, scoprire nuove cose e, soprattutto, sognare! Mazzeo ha pubblicato il suo primo libro “Al di là del dolore” il 21 settembre 2020.

Il libro parla di un adolescente, Daniele, che è alla ricerca di sé e della figura paterna, un soldato sempre lontano perché impegnato in missioni di pace. Dopo la sconvolgente morte del padre, Daniele decide di arruolarsi nell’esercito e continuare la missione del padre.

È una storia di formazione, ma è soprattutto un intreccio di storie d’amore e di esistenze con snodi inaspettati in cui la vita, alla fine, trionfa sul dolore.


Cosa preferisce leggere? “A me piace leggere di tutto, fin da quando ero una ragazzina. Se devo proprio scegliere ciò che mi appassiona di più, direi: autori contemporanei e italiani, perché mi piace immedesimarmi nelle loro storie e pensare di aver vissuto in esse; mi piace tanto anche il genere storico, quindi romanzi ambientanti in epoche storiche; e infine, mi piacciono tanto i classici, perché non mi piace il fatto che rimangano solo dei nomi sentiti, ma preferisco avere un parere personale su di essi.”

Oltretutto ci consiglia di alternare una lettura di un libro classico con uno di un altro genere per non “appesantirci”.


Cosa l’ha spinta a scrivere un libro e perché proprio un romanzo? “Io ho iniziato a scrivere perché lo sentivo come un’esigenza, quindi sono partita da una sorta di pensieri personali, quasi come un diario, scrivevo sensazioni o ciò che provavo; successivamente ho cominciato a romanzare dei fatti che accadevano e che ascoltavo. Infatti, la storia che mi ha dato lo spunto per il romanzo mi è arrivata inaspettatamente; ho immaginato la trama e ho compreso che sarebbe potuta essere perfetta per un libro e non solo per un racconto di una paginetta. Inizialmente l’ho scritta per me stessa, perché mi vergognavo anche a pubblicarla; successivamente l’ho fatta leggere ai miei familiari, mi hanno spinta ad andare avanti e mi sono convita di tentare. Da lì a poi, ho capito che per me la scrittura era essenziale; per questo continuo a scrivere ancora per me, anche per ricordare fatti che so che potrò dimenticare.”

Quali emozioni ha provato nel scrivere il libro? “Ho provato molte, moltissime, emozioni. In realtà, il libro parla di un ragazzo che perde il padre in una guerra in Afghanistan.

Lui è un ragazzo, io sono una ragazza, quindi la condizione di vita è distante. Però ho inserito le mie emozioni, le mie sensazioni, i miei pensieri, quindi rileggendo ho capito che quello che avevo scritto era quello che in realtà pensavo veramente (anche se la cornice era differente). Successivamente, nel momento in cui avrebbero dovuto pubblicare il romanzo, avevano deciso di dimezzarlo, quindi ho passato veramente un periodo di crisi per questo, tanto da voler rinunciare a tutto. Ho capito che quel libro mi aveva trasmesso tanto e alla fine c’è stata la soddisfazione di averlo pubblicato. Aumentano ancora di più le emozioni nel momento in cui i lettori attribuiscono sentimenti diversi da quelli che avevo dato io.”


Quale messaggio vuole trasmettere tramite il libro? Il messaggio è già rappresentato nel titolo “Al di là del dolore”. Anche se la storia può essere considerata struggente e malinconica ho cercato di darle un lieto fine, quindi è vero che ci sono momenti di dolore, di sconforto e di grandi perdite, ma alla fine c’è sempre la speranza che supera il dolore, ciò che proverà il protagonista alla fine.”


Ha delle abitudini in particolare, scrive di giorno o di notte? “Sono la persona più sbagliata a cui fare questa domanda! In realtà scrivo quando ho tempo, anzi quando ho scritto il libro facevo l’università, quindi scrivevo quando non studiavo! Di solito però scrivevo la sera, non tardi, solitamente dopo cena. Nel momento in cui inizio a scrivere cerco di farlo per un’oretta o più per dare un senso e un filo a ciò che scrivo. In questo campo sono tutt’altro che abitudinaria, ma cerco di essere più regolare e anche un po’ più pratica nella scrittura.”


Quanto ci ha messo a scrivere il romanzo? “In verità ho portato avanti questo libro per tanti anni, anche quattro. Per un anno è stato bloccato, successivamente per un anno le case editrici non l’hanno considerato e, infine, l’ultimo anno con la casa editrice che l’ha poi pubblicato. Prima di ciò, come ho accennato prima, era stato anche dimezzato, quindi dietro c’è stato un ulteriore lavoro. In totale tutto il periodo dell’università.”


Cos’è leggere per lei? “Per me leggere è come uno sbocco attraverso il quale poter uscire, sia come momento di svago, una storia leggera che mi dia un senso di leggerezza, ma anche poter avere l’occasione di poter conoscere altre realtà lontane; pensando anche alla storia stessa che ho scritto: ho dovuto documentarmi molto, quindi leggere delle altre storie, per poter imparare di più. Da quando ho iniziato a leggere ho notato di avere la necessità di scrivere, questo mi è nato in contemporanea.”


Qual è il libro della tua adolescenza? “Il libro che mi ha segnata moltissimo nel periodo delle superiori è stato “Bianca come il latte, rossa come il sangue”, motivo per il quale continuo a leggerlo, poiché è stato uno di quei libri che nel mentre leggevo mi ritrovavo, in particolare ritrovavo i miei sentimenti.”


Lei ha dei consigli per gli adolescenti di oggi che tendono a non leggere molto? “Io credo che la differenza la facciano i professori, perché se la lettura a scuola diventa una forzatura rimarrà sempre un obbligo, se invece viene trasmessa la passione per la lettura automaticamente un libro tira l’altro; è la miglior droga che esista. Se poi a scuola non è presente una figura che stimoli in ciò, è sempre l’influenza dall’esterno che può motivare e stimolare gli adolescenti alla lettura; secondo me non esistono altri modi.”


La Mazzeo trova, oltretutto, fondamentale il momento di confronto di un libro. “Quando leggo un libro che nessuno che ho accanto ha mai letto, mi sento vuota, come se mi mancasse qualcosa.”


Qual è stato l’ultimo libro che ha letto? “In questo periodo sto leggendo la saga della Ribe, una trilogia.”


Noi ragazzi della 2AU siamo rimasti molto contenti per aver intervistato una giovanissima scrittrice del Salento, oltretutto molto brava e talentuosa. La ringraziamo ancora infinitamente. E vi auguriamo una buona lettura.

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