“Se mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro”.
Questa frase è una delle citazioni più famose e apprezzate di un grande classico della letteratura odierna, Il piccolo principe.
Pubblicato nell’Aprile del 1943 da Antoine de Saint-Exupéry, scrittore e aviatore francese, nato nel 1900 e morto nel 1944, questo racconto tratta la storia di un pilota di aerei e di un incontro speciale.
Egli, dopo esser precipitato nel deserto del Sahara, si imbatte in un bambino proveniente dall’asteroide B 612, il piccolo principe, che gli chiede di disegnare una pecora, che possa brucare i baobab in costante crescita sul suo pianeta, che rappresentano il male che nell’infanzia si dirama dentro di noi e che noi dobbiamo estirpare prima che prenda il sopravvento sul nostro essere.
All’interno di questo testo dal lessico semplice e lineare, l’autore affronta diverse tematiche tuttora attuali, attraverso i viaggi del protagonista, dai quali acquisisce lezioni molto rilevanti.
Difatti egli, nel suo girovagare, ha modo di conoscere pianeti abitati da adulti, che lui definisce “strani”, non riuscendo a comprendere i loro ragionamenti.
Fra i tanti personaggi incontrati, il piccolo principe, conosce un uomo d’affari, interessato al lavoro e al possedere. Egli difatti passa le sue giornate a contare e ricontare le stelle, per il puro desiderio di avere, rappresentando perfettamente un atteggiamento frequente più che mai ai giorni d’oggi.
Spesso la gente tende a volere e volere, cercando di colmare un vuoto interiore che non può esser risanato dal materiale, bensì dall’amore e dalla cura che impieghiamo nelle nostre azioni e nel quotidiano.
Un altro personaggio molto significativo di questo racconto, se non il più significativo è la volpe, che incarna a pieno il valore dell’amicizia, sentimento che si basa sul prendersi cura reciprocamente e sull’esserci per l’altro.
L’animale, infatti, insegna al bambino, l’arte dell’amore puro che va oltre le apparenze e l’odio che, giorno per giorno, sta divorando il nostro fragile mondo.
Il piccolo principe e la volpe non diventano subito amici, ma si addomesticano a vicenda nel corso del tempo, spiegando così l’importanza dell’attesa e dei riti che contraddistinguono un rapporto da un altro, rendendolo unico e irripetibile.
Nello sfogliare delle pagine l’autore si approccia a tante altre tematiche di spessore, quali la vanità e l’egoismo, che ritroviamo nell’incontro con il vanitoso, il quale trascorre il tempo nell’attesa di qualcuno che lo acclami e lo faccia sentire bello e importante, e in quello con il re, che pretende di comandare sugli altri pur abitando in piena solitudine.
Ma cosa vuole trasmettere l’autore attraverso questi confronti?
È possibile sintetizzare il messaggio di Antoine mediante l’utilizzo di una citazione presente all’interno del testo:
“L’essenziale è invisibile agli occhi”.
Questo libro è un invito alla non superficialità.
All’uscire dal proprio guscio fatto di pregiudizi e maschere e ricercare la verità delle situazioni.
All’aprire il nostro cuore a ciò che è veramente rilevante nella vita e avere la forza di essere noi stessi, uscendo dagli stereotipi imposti dalla società, combattendo per la bellezza del diverso e trovando persone che ci apprezzino per quello che siamo e non per quello che abbiamo.
Ho letto questo libro e l’ho trovato molto interessante, ma soprattutto mi ha fatto pensare molto sul suo significato: l‘amore e il rispetto.
Complimenti! A voi ragazzi, in primis, e a chi vi ha illuminato in questa splendida avventura!👏👏👏