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“L’isola di Arturo” di Elsa Morante

L’Isola di Arturo è un romanzo scritto da Elsa Morante. L'autrice nasce a roma il 18 agosto 1912. Scrittrice, saggista, poetessa e traduttrice italiana, comincia a scrivere fin da giovanissima. Tra le sue opere più rappresentative e importanti del dopoguerra vi sono “La storia”, “Menzogno e sortilegio”, “Aracoeli” e “Lo scialle andaluso”.

Muore nel 1985 a seguito di un infarto.

Narrato in prima persona dal protagonista principale, L’isola di Arturo è un romanzo di formazione pubblicato nel 1958 ed ha come temi principali la solitudine, il mistero e la nobiltà.

Si narra la giovinezza di Arturo, un ragazzo orfano di madre e con un padre distante a causa dei lunghi viaggi per lavoro. Abbandona per questo il figlio a Procida il quale cresce nella solitudine, non curandosi né di cibo, né di vestiti. Arturo desidera trascorrere molto più tempo col padre Wilhelm tanto da voler fare un viaggio con lui. L’unico ad interessarsi ad Arturo e prendersi cura di lui è il suo amico Silvestro.

La condizione del protagonista cambia radicalmente quando il padre torna sull’isola di Procida accompagnato dalla sua nuova sposa Nunziatella. Arturo prova dunque disprezzo e gelosia nei confronti della sua nuova matrigna con la paura che essa possa prendere il posto di sua madre e anche nei confronti del suo nuovo fratellastro, Carmine Arturo. E’ proprio lui a spingere il ragazzino a tentare il suicidio. Durante un periodo di assenza del padre, il giovane si rende conto di amare la sua nuova sposa. Questo amore però non è ricambiato e lo porta a farlo cadere in un periodo cupo e doloroso.

Si rende conto però che è arrivato il momento di cambiare la sua vita per dare un inizio a nuove avventure.

Arturo abbandona per questo l’isola di Procida e decide di arruolarsi con l’amico Silvestro per poter intraprendere la carriera militare. Si lascia alle sue spalle un passato doloroso, pieno di sofferenza ed è pronto a ricominciare una nuova vita.

I protagonisti principali sono Arturo Gerace, un ragazzo di quattordici anni, con molta voglia di scoprire, il padre Wilhelm,una figura vana per lo più assente visto dal protagonista come un avventuriero e infine la sua giovane sposa Nunziatella.

Le vicende narrate sono ambientate a Procida intorno al 1938 e tutto il libro è caratterizzato dall’analessi raccontata dal protagonista.

Lo stile del narratore è semplice e scorrevole ed è ricco di espressioni dialettali dell’epoca.

Mi è piaciuto molto questo libro in quanto il modo di scrittura mi ha coinvolta fin da subito addentrandomi nella vicenda narrata.

L’autrice è riuscita in pieno a descrivere le emozioni del protagonista, soffermandosi inoltre a descrivere paesaggi e stati d’animo.

Il romanzo ha la capacità di far capire ai lettori tutte le sofferenze e le difficoltà di Arturo


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