"La fine è il mio inizio" di Tiziano Terzani
- 1 giu 2022
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A quanti di voi capitò mai di leggere un libro o una frase che determinò il cambiamento della vostra vita? Un pomeriggio, mentre ero steso sul divano a usare il mio telefono mi apparve quasi per caso un video, dove ho visto lui per la prima volta, Tiziano Terzani, un giornalista morto nel 2004 tormentato da un tumore all’intestino, che nel video diceva testuali parole: “Più che agire reagiamo, siamo abituati, quasi per routine, succede una cosa reagiamo così, ne succede un’altra reagiamo cosà, e andiamo avanti in una serie di comportamenti già stabiliti, fissati con pochissime varianti e con pochissima libertà”. Dopo questo video rimasi in silenzio cinque minuti per realizzare cosa ho ascoltato veramente, avevo tante domande ma nessuna risposta.
Andai su internet e digitai il suo nome e piano piano scoprii tutta la sua vita: Tiziano nacque a Firenze il 14 Settembre 1938, proveniva da una famiglia povera, in un’intervista raccontò che quando era un bambino andava la domenica con la sua famiglia in piazza a vedere le famiglie benestanti mangiare il gelato, ma per lui la povertà della sua famiglia fu la molla della sua vita.
La sua paura più grande era finire a lavorare in un posto fisso perciò pur avendo ricevuto l’offerta di lavoro di una banca decise di provare ad entrare nella Scuola Normale di Pisa dove studiò giurisprudenza. Durante quegli anni accadde qualcosa che avrebbe cambiato la sua vita per sempre, conobbe Angela, una ragazza di origini tedesche proveniente da una famiglia molto acculturata dalla quale Tiziano era affascinato. La sposò in una fredda giornata di fine Novembre del ’62, da quel giorno lei lo accompagnò in tutti i suoi viaggi e le sue avventure.
Una volta laureato tiziano aveva un sogno, quello di conoscere la cultura e la popolazione cinese, e come un camaleonte che si mimetizza nell’ambiente lui si trasferì lì con sua moglie e i suoi figli, imparò il cinese, indossava abiti tipici e viveva proprio come loro. Ma negli anni settanta in Cina si presentò la Rivoluzione Culturale da parte di Mao Zedong, Tiziano lavorava per il giornale di Der Spiegel e documentò tutti gli orrori di quella guerra. Dopo aver viaggiato per tutto il mondo decise di trascorrere i suoi ultimi anni ad Orsigne, un borgo di pochi abitanti sull’Appennino, e lì in mezzo alle montagne Tiziano costruì una piccola dimora che sarebbe diventato il suo “Tibet”. Ormai all’ultimo stadio del tumore chiamò suo figlio Folco per raccogliere in un libro tutta la sua vita e il suo punto di vista. Il libro fu chiamato “La fine è il mio inizio” perché Tiziano definiva la sua fine come l’inizio di una nuova avventura, per lui la morte era l’unica cosa nuova che gli poteva ancora succedere, non la vedeva come una figura vestita di nero con la falce, ma come un appuntamento piacevole, di cui non avere paura perché è la cosa che ci accomuna di più, pensandoci bene la terra è un immenso cimitero di quello che è stato. Leggendo il libro ci immaginiamo quest’uomo anziano vestito tutto di bianco con una folta barba bianca che nel giardino di casa,sua dispersa tra le montagne, racconta a suo figlio tutta la sua vita, gli anni della seconda guerra mondiale, le sue difficoltà economiche e i sacrifici della famiglia, l’incontro della sua compagna di vita, il suo sogno di viaggiare per riunire oriente e occidente, la sua carriera da giornalista in Asia e infine racconta cosa ha imparato da questa vita.Un altro tema trattato nel libro è la sua visione di Dio: Tiziano ha dissertato l’idea che Dio ci abbia creato a sua immagine,secondo lui invece gli uomini hanno creato Dio a immagine loro e gli hanno attribuito tutte le più orribili caratteristiche umane: il timore di lui, la sua potenza e la sua vendetta nel caso ci dovessimo comportare in modo sbagliato. Uno dei messaggi che mi ha lasciato di più questo libro è stato che bisognerebbe osservare di più i piccoli particolari della vita e di non perdere tempo, di realizzare i propri sogni e di arrivare alla fine della propria vita per dire: Ho trovato me stesso.
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