
"La peste scarlatta"
- 8 nov
- Tempo di lettura: 2 min
Jack London
La peste scarlatta
Jack London è stato uno degli scrittori statunitensi più acclamati fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, noto particolarmente al pubblico per i suoi romanzi come Il richiamo della foresta, Zanna Bianca e La peste scarlatta. I quali descrivono maggiormente il rapporto tra l’uomo e la natura e ritraggono il suo stile di vita movimentato.
La peste scarlatta è un libro che egli pubblicò inizialmente sul "The London Magazine" nel 1912, ma ne vennero riproposte varie edizioni durante gli anni tra cui quella italiana del 1927.
Nel 2013 in un mondo ormai schiavo dell’industria, scoppia una misteriosa epidemia che uccide inavvertitamente e in breve tempo tutta l’umanità. Sessant’anni dopo, però, in seguito a una lunga passeggiata per la ormai selvaggia e inospitale San Francisco, uno dei pochissimi superstiti, un ex professore universitario, si siede davanti un falò e racconta ai suoi nipoti, come la civiltà è andata in fumo e quali atrocità la gente era disposta a commettere pur di salvare sé stessa o i propri averi da questo male invisibile del quale non si conosceva nulla.
Nel romanzo è presente un’accurata descrizione del passaggio post-apocalittico nel quale la natura ha ormai preso il sopravvento e l’uomo è ridotto a vivere allo stato primitivo. Vi è anche un’accurata descrizione di quello che successe sia alla popolazione presa dall’isteria di massa, sia agli edifici subito dopo la diffusione del virus. Il libro è molto scorrevole grazie al linguaggio abbastanza semplice utilizzato dall’autore per far comprendere la situazione catastrofica nella quale si trovano i protagonisti.
Con questo libro inoltre, Jack London ci vuole far capire quanto la nostra civiltà sia fragile, nonostante i grandi progressi tecnologici fatti durante gli anni. Come essa sia autodistruttiva in queste situazioni, finendo per compiere, come già detto, atrocità che mirano alla sopravvivenza solo di sé stessi.
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