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  • libricomio2021

"Le notti bianche" di Fëdor Dostoevskij

Nascere solo può portare a morire in compagnia?

Questa è la domanda che mi sono posta leggendo il libro "Le notti bianche" di Fëdor Dostoevskij.

Dostoevskij naque l'11 novembre del 1821 a Mosca, in Russia. Permeato, come molti altri intellettuali, da idee socialiste, Dostoevskij aderì a un gruppo di giovani liberali. Nel 1849 fu arrestato dalla polizia e, dopo otto mesi di carcere, condannato a morte. Morì il 9 febbraio del 1881.

“Chi viene al mondo da uomo solo può portare nell'al di là qualcuno con lui? Chi al mondo giunge solo può abbandonarlo in compagnia?” Questo fu il dilemma a partire dal quale Dostoevskij sviluppò uno dei suoi capolavori più celebri, "Le notti bianche", il quale racconta la storia di un giovane sognatore proveniente da Pietroburgo, che vive in totale solitudine, separato dalla realtà e dalla società e che sopravvive ad un'esistenza insopportabile e priva di senso. Una notte, cercando conforto e vagando solo per la sua città incontra una ragazza di nome Nasten'ka, bisognosa di aiuto. Per quattro notti si incontrano, si confessano l'un l'altra e si aiutano a vicenda.

È sicuramente un libro che tiene molta compagnia, ti fa capire molto nel dettaglio quali sono le emozioni di entrambi i personaggi in modo molto scorrevole. Sono presenti però delle parti del libro in cui la lettura potrebbe risultare un po' meno fluida a causa del linguaggio utilizzato dall'autore, ma sicuramente vale la pena leggerlo, anche perché si rimane sicuramente sorpresi dal finale!

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