
"Rose Madder"
- 22 nov
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Pubblicato nel 1995, “Rose Madder” segna un momento particolare nella carriera di Stephen King il quale meno centrato sull’orrore soprannaturale descrive un terrore reale, quello che può nascere dentro le mura di una casa. È la storia di Rose, una donna dolce e fragile, vittima del marito Norman, un poliziotto instabile e spietato. Il romanzo ci offre una serie dettagliata delle violenze che subisce la donna, la quale, attraverso un balzo temporale di nove anni, spiega come una piccola macchiolina del suo sangue sopra le lenzuola l’abbia potuta condurre verso la strada della salvezza. La città nella quale si rifugia le offre ospitalità, un lavoro e un vecchio quadro dall’aspetto logoro. Il potere attrattivo della tela spinge la donna in una dimensione incredibilmente realistica aprendo davanti a sé un portale caratterizzato da alcuni elementi della mitologia greca, un mondo alternativo. La vicenda viene narrata da due punti di vista, quello della donna e quello del marito, offrendoci la possibilità di cogliere i differenti tratti psicologici che caratterizzano i personaggi. La figura di Rosie incarna il percorso di molte donne che devono ricostruire la propria vita dopo anni di abuso. Norman incarna non un mostro soprannaturale, ma un uomo che rappresenta la brutalità e la follia nascoste dietro la normalità. Pur presentando alcuni passaggi dalla sfumatura fantastica, “Rose Madder” resta un’opera intensa. Stephen King affronta il tema della violenza domestica con pertinacia lasciando, però, spazio alla speranza e offrendo una via d’uscita.
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