“Tartarughe all’infinito” è un romanzo di John Green. L’autore è uno scrittore, youtuber e critico letterario statunitense, vincitore nel 2006 del Pritz Award per il suo primo romanzo “Cercando Alaska” e primo classificato nella New York Times bestseller list del gennaio 2012 grazie al suo penultimo, “Colpa delle stelle”.
Tutto inizia con un miliardario in fuga, e la promessa di una ricompensa.
Il libro parla di amicizie capaci di vincere il passare del tempo, dell’intimità di una riunione inaspettata, delle fan fiction su Star Wars e di strani rettili che si chiamano “tuatara”.
Ma al centro dell’attenzione c’è Aza Holmes, una ragazza di 16 anni sballottata dalle onde della sua vita quotidiana, prigioniera nella spirale – ogni giorno più stretta – dei suoi stessi pensieri.
Il focus del romanzo è sicuramente la malattia mentale che influenza tutta la vita di Aza e di chi le sta accanto. La protagonista, infatti, ha un disturbo ossessivo compulsivo e i suoi pensieri intrusivi sono l’unica cosa su cui la sua attenzione riesce a concentrarsi per la maggior parte della narrazione.
Questa storia mi ha portato a riflettere molto su questo argomento e devo dire che quando si attraversano periodi difficili o quando la vita ti mette a dura prova, cambiando radicalmente il suo percorso, è facile lasciarsi sopraffare da pensieri ossessivi.
Mi sono chiesta fin da subito il perché di questo particolare titolo e durante la lettura ne scopriamo il motivo, che ovviamente non dirò per non rovinare la curiosità e la bellezza di scoprirlo da soli. Però posso dire che tutti a volte abbiamo delle "tartarughe all'infinito".
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