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“Uno, Nessuno e Centomila” di Luigi Pirandello

  • 22 giu 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

"Uno, Nessuno e Cemtomila" è un romanzo scritto da Luigi Pirandello. L'autore nasce ad Agrigento il 28 giugno 1867 e muore a Roma il 10 dicembre 1936. Egli è senza ombra di dubbio uno degli scrittori italiani più importanti, capace di rinnovare le forme e i generi della letteratura.

Inoltre è stato anche un drammaturgo, scrittore e poeta italiano, e ha ricevuto il Premio Nobel per la letteratura nel 1934.

Pirandello ha scritto “Uno, nessuno e centomila” nell’arco di molti anni: l’elaborazione del romanzo era iniziata già intorno al 1910, ma il grosso del lavoro di scrittura si concentra nei primi anni 20 e infine viene pubblicato tra il 1925 e il 1926.

È il romanzo più famoso dell'autore e rappresenta l’immagine di sé che egli vuole lasciare.

In questo romanzo ritroviamo tutti i temi più cari a Pirandello, primi quelli della maschera e della follia.

Vitangelo Moscarda scopre di non conoscersi, di non essere una persona, di indossare centomila maschere, una per ogni persona che conosce e una anche per sé stesso. Vitangelo è uno, è tanti e allo stesso tempo è nessuno. La follia deriva dalla consapevolezza, dal pensiero che lo porta a convincersi delle proprie teorie e a voler sfidare quel mondo dalle centomila apparenze nel quale si sente imprigionato. Nel finale il protagonista sceglie di rinunciare a ogni identità, chiudendosi in un ospizio e abbandonandosi al puro fluire della vita.

Vitangelo Moscarda, detto Gengè, è un uomo benestante che vive a Richieri. Una mattina sua moglie Dida gli fa un’osservazione innocente ma che lo fa sprofondare in una profonda crisi esistenziale. La donna, infatti, gli fa scoprire un piccolo difetto del naso di cui egli non se n’era accorto. Quindi capì di non conoscersi come credeva: Lui non è “uno”, come credeva di essere, ma è “centomila”: ogni persona lo vede in modo diverso.

In un primo tempo cerca di scappare dai pensieri degli altri. Considerato da tutti un usuraio, decide di fingere di sfrattare un poveraccio, Marco di Dio, quindi a sorpresa gli regala un’abitazione molto più bella. Ma il tentativo non ha l’effetto sperato: la folla lo considera matto.

Ma il suo sforzo di distruggere le maschere continua: fa liquidare la banca paterna da cui ricavava il suo benessere, maltratta la moglie… Finché non iniziano a complottare per rinchiuderlo in manicomio. Vitangelo viene informato da un’amica di Dida: Anna Rosa. Vitangelo, prova a spiegargli la situazione, ma la donna, spaventata gli spara.

Ora tutti credono che Vitangelo e Anna Rosa abbiano intrapreso una relazione, cosa non vera. Vitangelo decide di sopportare questa maschera, non vera, come dopotutto non sono vere tutte le altre. Fa mostra di pentimento, come se fosse davvero colpevole.

Il romanzo presenta un narratore interno, che è anche il protagonista, Vitangelo Moscarda. Il racconto è fatto in prima persona, con un tipo di focalizzazione interna.

Si divide in otto libri, che contengono al loro interno altri sotto capitoli, ognuno dei quali con un titolo proprio. In questo modo Pirandello crea una struttura spezzettata; è uno stile divertente e allegro, fatto di incisi e intercalari. La scrittura si costituisce attraverso flussi di pensiero e ragionamenti.

La lingua di “Uno, nessuno e centomila” è, in generale, semplice con molti elementi del parlato, in particolare nei dialoghi.

Ho apprezzato molto questo libro, consiglio a tutti di leggerlo!

 
 
 

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